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Novembre 2015 - Riposo?

Il mese di novembre cerco di disintossicarmi dalla bici, riducendo a zero l’attività ciclistica infrasettimanale, con solo un paio di corsette per tenere in allenamento cuore e polmoni. L’attività ciclistica è relegata quindi solo al fine settimana e senza uscite importanti o impegnative.

A meno che ….

A meno che si vada in montagna, al 7-8 novembre, e ci si accorga che le cime sono ancora prive di neve grazie all’elevata temperatura, che le gambe girano ancora ben allenate per i tanti chilometri fatti quest’anno, e che ci si faccia venire qualche idea psicologicamente … discutibile.

Sabato mattina sono salito per l’ennesima volta in Val Grande, trascinando su la rockrider con agilità, tanto da impiegare 5 minuti meno della miglior prestazione stagionale con la scott. Se solo avessi avuto la scott avrei risparmiato altri 5 minuti!

E così, come ben vedi a 2000 metri non c’è neve a terra, per carità, il versante è rivolto a sud, ma scendendo lentamente perché non ho la fox, mi godo il paesaggio e il criceto nel cervello corre sulla ruota e si fa venire un’idea…. Cosa significa strada chiusa al traffico? Che non passano le auto o le moto, ma le mtb? Certo che passano.

Non resta che provare.

Il giorno seguente, che era poi ieri, sveglia ore 5:30, alle 6:00 metto la RR in auto e parto. Dopo 12 km parcheggio, giù la bici. Temperatura 7 gradi. Ore 6:30. Parto. Dopo mezz’ora arrivo quota 1587, ultimo bivio, sulla strada che voglio prendere c’è alla transenna con un bel cartello: “Divieto di transito. Strada chiusa causa neve.”.

Neve ovviamente non ce né, ma siamo ancora lontani dalla meta. Proseguo. La temperatura è intorno ai 5°, la bici e le gambe mi seguono bene. Dopo poche centinaia di metri, la strada si inerpica nel bosco. Seppur asfaltata, sul fono ci sono centimetri di aghetti di abete, che la rendono di un colore caldo. L’ambiente è ovattato, terreno morbido, colori caldi autunnali, solo il rumore dei numerosi ruscelli che scendono a valle.

[la foto qui sotto l’ho fatta mentre scendevo, in salita non c’era il sole, ma il terreno era quello anche in salita]

Dopo un’altra mezzora sono fuori dal bosco, significa aver superato quota 2000 circa. Proseguo lentamente per godermi il panorama. Nessuno. Assolutamente nessuno. Io, la bici e la montagna. I torrenti sono sempre più lontani, scende il silenzio. Le cime scarsamente innevate sono baciate dal sole mattutino, creando un contrasto spettacolare con il cielo profondamente blu. L’aria la sento leggera e pura, con un piacevolissimo profumo di abete. Mi fermo. Scendo dalla bici e ammiro il paesaggio

Prima di raffreddare i muscoli, riparto. Curva dopo curva, tornante dopo tornante, proseguo la salita. Ultimo chilometro, ultimo tornante, a terra c’è del ghiaccio, un po’ di neve sui bordi, e mi aspetto che ce ne sia fra pochissimo perché la strada percorre un tratto completamente a nord di un costone. E così è.

Meno di quanto mi aspettassi. Scendo e spingo, ottima occasione per scaldare i piedi che stanno soffrendo un po’.

Dopo un tratto di poche centinaia di metri, risalgo in sella, la meta è in vista.

Domenica 8 novembre, ore 8:36. Una foto vale più di mille parole.